Lilith è da sempre una figura in grado di suscitare interesse e affascinare. La sua origine viene fatta risalire alle antiche religioni mesopotamiche e da esse fu ripresa dalla prima religione ebraica, che dei babilonesi aveva già fatto propri altri culti e miti, come quello del diluvio universale presente nell’epopea di Gilgamesh.
Nella religione mesopotamica, Lilith era il demone femminile portatore di disgrazie, malattie e morte.
Per gli antichi ebrei, fu la prima moglie di Adamo, creata come l’uomo dalla polvere del suolo e a lui eguale.
Lilith rivendicava la sua origine e i suoi diritti e dava voce ai propri desideri, mai sottomessa alla presunzione di Adamo di esserle superiore e di poter esercitare su di lei il proprio dominio in ogni aspetto della loro esistenza.
Lilith decise di andarsene e lasciare Adamo, trovando rifugio presso il Mar Rosso. L’uomo, però, non accettò questa separazione e invocò l’aiuto di Dio, il quale inviò tre angeli da Lilith affinché la riportassero nell’Eden. Ma Lilith, di nuovo, si oppose e neanche i messaggeri di Dio riuscirono a costringerla a rinunciare alla propria libertà, che continuò sempre a difendere ostinatamente.
La sua opposizione al volere divino finì per spingerla, nel corso del tempo, nel campo oscuro delle forze demoniache e Lilith divenne parte integrante delle innumerevoli leggende su vampirismo e stregoneria.
Lilith scelse consapevolmente il proprio destino, che non fu, quindi, la conseguenza di una punizione divina come il parto doloroso di Eva, a cui questa si rassegnò.
Nei secoli, la figura di Lilith è stata tramandata come una creatura che ha in sé quelli che, nella società patriarcale, vengono considerati aspetti negativi della femminilità: adulterio, lussuria e stregoneria.
E diventa simbolo del femminile che non si assoggetta al maschile.