Saffo nasce a Ereso, nell’isola di Lesbo, verso il 650 a.C.
Dai pochi dati in nostro possesso circa la sua vita, sappiamo che rimane orfana di padre da bambina e finisce per sposare un ricco possidente originario di Andro, di nome Cercila, da cui ha una figlia, Cleis. Già prima del matrimonio, risulta un suo trasferimento da Ereso a Mitilene, capitale dell’isola di Lesbo.
Sono scarsi in Saffo i riferimenti alla difficile situazione politica in cui la poetessa e la sua famiglia si trovano coinvolti, tanto da essere costretti ad andare in esilio in Sicilia, probabilmente a Siracusa, in un anno compreso fra il 604 e il 599. Dall’esilio può tornare a Mitilene dopo il 590, dove istituisce un tiaso, ossia un’associazione cultuale sacra ad Afrodite, alle Muse e alle Cariti.
Il tiaso rappresenta un ambiente di raffinata eleganza al cui interno le ragazze, provenienti dalla stessa Lesbo ma non solo, si esercitano nella danza e nel canto e imparano a suonare la lira, a vestire con gusto, a intrecciare ghirlande, a partecipare secondo precise scansioni rituali alle feste nuziali e religiose dell’isola, nonché, probabilmente, alle gare di bellezza che si svolgono presso il santuario di Era. La complessa liturgia di riti, situazioni e gesti ricorrenti si manifesta come una sorta di educazione iniziatica che prelude a unioni matrimoniali fra le ragazze della cerchia saffica e nobili personaggi delle isole o della costa microasiatica.
Saffo non intende evidenziare uno stato di contrapposizione al mondo degli uomini, ma di fronte a essi la poetessa intende ritagliarsi una sfera autonoma e sufficiente.
Saffo canta l’amore non soltanto come emozione immediata dei sensi, turbamento profondo del proprio essere, al pari di tutta la poesia erotica arcaica, ma come memoria, che vive nello spazio e nel tempo, di una comune emozione di gioia nella vita del tiaso e che anche nella lontananza del distacco risveglia il desiderio d’amore.